Chi scrive deve stare attento al dio parola, dal credere che scrivere voglia dire raccogliere parole come fiori dai campi o funghi nel bosco. Belle parole o parole belle, ci possono far dimenticare che i vocaboli sono piccoli soldati all’ordine di un generale, buono ma implacabile, che li sceglie, li valuta, li accetta o li scarta, come esili ragazzi da riformare, perché insufficienti a sostenere la guerra.
La parola è un mezzo, non un fine.
Un semplice strumento per descrivere i nostri sentimenti, le nostre emozioni, i nostri pensieri.
Bisogna fare attenzione al dio parola.
Perché la parola, non è un dio.